qualche giorno fa ero in una pizzetteria al vomevo.
vicino a me c'era una mamma col figlio di sei-sette anni.
(oddio, forse ne teneva più di trenta.
ma a quell'età non si capisce mai quanti anni tengono quegli sfaccimma di criaturi.)
ma comunque il bambino non era cazzo di muovere un dito senza ricevere un suggerimento, una cazziata, una predica, un consiglio, un insegnamento, un rimprovero, dalla mamma ultrapremurosa.
manlio, non mangiave a bocca apevta.
manlio, apvi la bocca, fammi vedeve cosa stai mangiando.
manlio, non si pavla col boccone in bocca.
manlio, dimmi se ti piace.
manlio, non parlave con gli sconosciuti.
manlio, ringvazia la signova.
manlio, il tuo modo di vagionave decontestualizzando i pvocessi di intevazione nelle dinamiche sociali lo tvovo molto lacunoso.
manlio, spezza con kitekat.
io non mi spiego come cazzo è possibile che ai giorni nostri una mamma non capisce che in questo modo condanna il figlio a una vita da soggettone.
come cazzo si fa a chiamare un figlio manlio.
(senza pensare al momento dell'appello in classe.
la maestra che chiama GIROLOMINGARDI MANLIO.
e gli alunni in coro 'O CAAAAZZZ.)
ciao.
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