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IL GUARDIO E IL FRAVCATORE.
Una storia di merda.

 
 
il rettifilo è una strada lunga come il filo d'arianna, rianna, anna, un gomitolo srotolato che quando fanno ste metafore nei best-seller per giovani democratici io piglio e chiudo i libri.
 
il rettifilo è una strada così lunga che se attorno gli metti i palazzi di casalnuovo e a quello delle nocelle di casalnuovo, io penserei di stare a casalnuovo.
 
quello perché, a un occhio poco attento, l'asfalto è tutt'uguale, a casalnuovo e a napoli.
e invece l'asfalto può differire assai, e te lo dico co la faccia di quello che sa cosa dice.
 
esiste l'asfalto drenante, quello rassodante, quello uacci uocci, e quello di munnezza.
 
quello di munnezza immaginalo come un agglomerato di munnezza, tipo quei formaggi spalmabili, solo un poco più commestibile rispetto ai suddetti formaggi.
 
se non hai mai provato a saggiare un pezzo di asfalto, non sai cosa ti perdi.
è un pò come, che ti devo dire, che ne so, asfalto - non c'è niente che somiglia, come gusto, all'asfalto. 
 
 
ma comunque.
mo per parlare delle qualità nutritive della sfarda, mi stavo scordando della storia.
 
praticamente camminavo sul rettifilo e ho visto a un tipo su uno scooter.
uno scooter vecchio, tutto scassato, a pezzi - quello scooter mi ricordava le argomentazioni di vendola.
 
egli, il guidatore, era vestito come un fravcatore, co quelle tute di acrilico che tuo figlio non si mette più perché mo la gente si veste trendy pure per andare a correre, e allò tua moglie te le ha passate direttamente nel tuo cassettone perché tanto tu devi andare a inginocchiarti nella fraveca e non fa niente se si vede la senga delle pacche, che qualche tuo collega passa e ci ripone anche l'avvitatore.
 
 
egli indossava il casco.
non lo sottolineo per dire che a napoli non ci mettiamo il casco, perché non è vero - pensa che pure chi va a gambizzare lo indossa sempre, cioè pure i killer se lo mettono sovente, perché è il casco è impottante.
e quindi dico sto fatto del casco perché quel casco aveva un senso.
 
comunque sto tipo viaggia in sella allo scooter, sul rettifilo.
 
ailloc.
na machina dei guardi, a posto di blocco.
 
il guardio da lontano gli sventola la paletta, ma egli non accenna minimamente ad accostare.
il guardio inizia ad agitarla come se stesse scandendo il tempo di un pezzo turbofolk macedone, ma egli continua ad andare dritto.
il guardio, ormai a un metro dallo scooter, gli si pone innanzi.
 
a quel punto egli allucca al guardio OH MA LIEVT A NANZ.
 
il guardio si sposta per non essere arronzato, e subito va verso la volante per segnarsi il numero di targa di quello scostumato, sul suo diario segreto.
egli invece continua il suo filo retto, mantenendo quella medesima andatura, senza accelerare, senza guardarsi alle spalle, e poi svolta alla seconda a destra.
ma l'impressione che ho avuto è che non avesse svoltato per ammacchiarsi nei vicarielli.
la mia impressione è che egli abitasse proprio lì, perciò ha girato.
 
 
e quindi ho cercato di calarmi nella psiche di egli, di figurarmi il suo discorso interiore.
eccolo.
 
ma c maronn, n'atu post 'e bblocc.
mo ho finito di stendere mezzo kilometro di sampietrini, otto ore chiàto nterr, teng 'e rin a piezz, po' torno a casa e mia moglie dice che vuole andare all'auchan a comprare il tonno sottocosto che ogni volta alla cassa dobbiamo far vedere che non ci sappiamo perché se ne possono prendere massimo sei scatolette a testa.
 
ma c maronn, il mese scorso sempre i guardi mi hanno fermato per la revisione, era scaduta da sei giorni e mi hanno bloccato la macchina e mo per andare a lavoro devo usare sto cesso di mezzo che me l'ha prestato mio cognato, che non so manco a chi ha intestato l'assicurazione, dice che è intestata a ischia e le multe arrivano là e passano i mesi sani, perché chi cazzo tiene il tempo di andare a ischia, e alla fine arriva la cartella esattoriale, e mia moglie dice che quello suo fratello non solo mi presta il mezzo, ma po' io gli faccio fare pure le tarantelle.
 
ma c maronn.
sti guardi l'avess'na sapè della vita di merda che fanno i fravcatori, che un giorno bell e buono svieni sotto al sole e i masti ti fanno atterrare direttamente sotto ai sampietrini, che la gente ci cammina sopra e dice merò so tutti sconnessi sti sampietrini, e invece quelli so i cadaveri atterrati sotto ai sampietrini che creano quelle montagnelle e quei dislivelli.
 
ma c maronn, i guardi lo dovrebbero sapere, ma non lo sanno.
se no non mi fermerebbero proprio a me, co na tuta della sergio tacchini che si vede che è di mio figlio, e si vede che mo sto tornando da faticare, sto sporco di polvere, è vero che l'abito non fa il monaco, così come l'asfalto non lo capisci subito, ma però che madonna, a me si vede che non so andato a gambizzare a qualcuno, non tengo il transalp e non tengo nemmanco il casco integrale. 
sì perché il casco in testa ce l'ho - non quello integrale, ma ce l'ho.
e io sto casco me lo so messo non perché mi preoccupavo di sbattere co la capa a terra - tanto na vota amma murì.
no.
io sto casco me lo so messo proprio per non farmi fermare.
perché nella lotteria dei posti di blocco, rispetto a uno col casco, magari fermano prima a quelli che stanno andando a cinque sul mezzo.
però i guardi possono pure ingripparsi che magari io indosso il casco proprio perchè tengo il mariuolo in cuorpo e voglio evitare di farmi fermare.
nossacc.
 
io non ne faccio na questione contro i guardi, che sono esseri umani come noi, anche se loro nel turno di notte possono carriarsi alle meretrici senza pagarle - sto fatto me lo disse mio cugino, che na sera si stava 'nticchiando la meglia meretrice di napoli, e poi passarono i guardi e se la carriarono, ed ella ebbe finito di fare, out of service.
 
mo non so se è vero sto fatto, voglio pensare di no, mio cugino si fa i bomboloni, e poi da quello che so i tutori della legge non abusano mai della divisa.
non so manco se è vero quel fatto del casco che può evitare di farti fermare.
nossacc.
 
ma sta volta, proprio sta volta, non esiste. 
tu guardio, mo mi stai ordinando di fermarmi.
caro guardio, è vero, trasporto qualcosa di illegale.
tengo na cacata a pont 'e curtiell che ce la faccio giusto giusto a farmi sti sessantotto metri sul mezzo, salire le scale, acalarmi il cazone, e distruggere la tazza del cesso intonando il jingle di una vecchia pubblicità. 
 
e quindi, mio caro guardio.
agita la paletta quanto vuoi tu, segnati la targa, ricordati il mio volto, say my name.
ma nella mia tabella di marcia che conduce alla tazza, tu vieni ahimè dopo il pirito - che è meglio che mo non lo faccio altrimenti gli innocenti automobilisti dopo di me si ritroverebbero come a sguazzare nel mar rosso quando le mucche pazze si inzamano e vanno a cacare a riva.
che è na scena un po' strana, ma è per farti capire che veramente tengo il colera in culo e quindi LIEVT A NAAAANZ, ciaooo.
 


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