AuanaSgheps
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MICA E' FACILE A SCEGLIERE UN TITOLO.
Che è fondamentale, però mo veramente non mi viene niente in mente.

 
che poi uno si azzecca e si intallea così tanto su feisbuc perché la vita vera mica è tutto sto spettacolo.
 
per dire, gran parte del mondo pensa che il sabato sera sia l'apoteosi della vita.
tutti si acconciano, tutti tengono la capa a sbariare, tutti sono colmi di speranze di chiavamiento e aspettative di delirio.
 
ok, ma siete mai usciti di sabato sera a napoli, né.
 
sei ore nel traffico a monteoliveto, tre giorni per trovare parcheggio vicino piazza dante, na decina di colluttazioni con parcheggiatori vari ed eventuali. 
e questo quando scendi a piedi.
 
seimila richieste di cartine lunghe, no mi dispiace fratè tengo le corte, e allò due corte vanno bene, grazie fratè.
una fiumana di gente che procede sempre nel verso opposto al tuo, nuvole di kebbab, scooter col claxon fisso che volano tra i pedoni, erasmus che si pisciano pe ccuollo, munnezza sui marciapiedi, cibo spazzatura, cicchetti dimmerda. 
e questo quando non è un sabato particolare.
 
se poi c'è pure la notte bianca, le feste di natale, un mezzo djset in qualche piazzetta, o qualcuno col passamontagna che è venuto a fare il giustiziere mascherato, allò è meglio se dai na mazzetta a un portantino per farti infizzare a volo a volo in un'ambulanza che sta passando di là, e ti fai lasciare dalle parti del santobono.
e a quel punto inserisci duecento lire in una cabina telefonica e chiami a un bar a caso del centro e dici che tuo cugino ti ha rivelato che ha messo na bomba sotto la scella di bellini, la statua.
e quello del bar ti chiede scusa ma dove hai trovato na duecento lire oggi.
e tu gli dici ma scusi, ma come fa a sapere che ho usato una duecento lire per chiamare.
e quello del bar dice strunz, l'hai appena scritto qua sopra.
 
 
certe situazioni so strane, tipo i pub inglesi a napoli.
ieri ho parlato co na sessantenne inglese, la quale, vomitando bile col sorriso, ha detto che nei loro pub inglesi non c'è musica da discoteca, perché se no li chiamerebbero discoteche inglesi.
 
io le ho detto che a noi ci piace tenere la musica da discoteca a tutto volume pure nelle cornetterie e nei magazzini di panni perché teniamo la musica nel sangue, e se a lei non gli piace allò è meglio che se ne torna a fanculo a clammersmith on the bay street avon fill rouge, che è na cittadina sulla riva destra del mississippi - quello serviva un nome per un fiume inglese e l'hanno fatto decidere a un bambino di sei mesi che gli dà un nome di un fiume americano già esistente - giustamente che ne può sapere lui, tiene sei mesi.
 
ma comunque, ricordando che noi napoletani siamo carnali, ho aggiunto bye bye lady chamberlain of hammertales, la prossima volta che torna, le prometto che non troverà più nemmanco un pub inglese, saranno tutti avotati in sale da tè, sale da mè, who cares, dove le vecchie potranno scambiarsi punti neri conservati sotto spirito, eruzioni acneiformi grandi come tartufi.
 
adelì, per questo te ne posso dare due dell'ottantaquattro. e guarda che l'ottantaquattro è stata un'ottima annata, tenevo i trigliceridi a duecentosettanta.
 
nun pazzià popio marì. per questo punto nero mi dai sti due, più una cisti sebacea, e ti sto trattando eh, marì. se no non si fa niente.
 
 
la signora inglese fa finta di ascoltarmi, poi mi sgracchia sulle scarpe - ho apprezzato molto, in inghilterra è na cortesia come chiedere l'amicizia a uno su feisbuc.
e prima di andar via mi stringe la mano, ma mi fa lo scherzetto della scossa co quel dispositivo nel palmo.
 
non era na scossetta a dodici volt, sti scherzetti in inghilterra li fanno a due e venti, e quindi l'ho accusato assai, ma ho fatto finta di niente per non darle soddisfazione.
il guaio è che però hanno sentito quella scossa fino a miliscola, dove la gente è scesa in strada urlando 'O TERRAMOOOUUT. 
e mo vagli a spiegare che era solo uno scherzetto.
ciao.
 
 


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