POMPEI FU.
"Gli scavi più belli del mondo, in mano ai cecati."
i giornali titolano che pompei finirà in mano ai tedeschi.
in sintesi, un'equipe specializzata delle migliori università teutoniche verrà in italia per dire ok, sappiamo sul ch'è tutt fraceco, una preta, e subbito è caduto un palazzo, mò ce la vediamo noi, facitv allà.
e tutti si so indignati.
io ieri sera so stato agli scavi.
pompei by night.
una visita acopp acopp, cioè solo un giro sul perimetro.
perchè non vi erano le condizioni (le luci, i faretti, i neon, na lampadina) per rendere agibile il percorso interno di sera.
capisco le difficoltà per portare n'illuminazione decente in un sito archeologico grande quanto una città.
ma qualsiasi altro popolo arriverebbe a stipendiare degli uomini-torcia pur di riuscire ad aprire anche di notte un posto del genere.
cioè in altre zone del mondo trovano na cacat nterr fatta dallo zio del nipote di un generale delle esse-esse.
e non la toccano, la lasciano là.
perchè pò subito ci costruiscono attorno un museo.
e pure una città con centinaia di negozi di suvenir co le cartoline della cacata co la bocca a culo di gallina e la scritta WISH YOU WERE HERE <3 CACATA MUSEUM.
e la differenza tra le città campane e la gran parte delle altre metropoli turistiche è proprio questa.
che qui ci sono centinaia di attrazioni che trasudano storia e tradizioni secolari, che la guida non è costretta a inventarsi storielle di gnomi, folletti e inciuci per affascinare il turista.
ieri sera infatti, questa visita acopp acopp, durata comunque un'ora e mezza e costata cinque euro e cinquanta (coi quali per esempio a amsteddam non ti compri manco n'accendino col rastone che si appiccia il bob) è stata in ogni caso venti volte più interessante di un qualsiasi museo delle cere di stocazzo.
(stocazzo è una cittadina a est di culonia.
dove non tenevano niente, e allò hanno deciso di alzare un bel museo coi manichini, chiamato appunto museo delle cere di stocazzo.)
comunque, dicevo.
una visita interessantissima.
la guida ha offerto a noi visitatori spunti di studio per almeno sessant'anni solo parlando della prima lettera di plinio il giovane a tacito, nella quale lo scrittore romano, che risiedeva a miseno, racconta minuziosamente l'esplosione del vesuvio che distrusse pompei ed ercolano nel 79.
e infatti in macchina non facevo altro che ripensare alle parole di plinio 'o pizz'rill.
che raccontava anche della morte dello zio, plinio senior o anche plinio il vecchio, il quale vide l'enorme nube a forma di pino sul vesuvio, e pensò bene di andare a arrisicarsi sotto al vulcano.
lo propose anche al nipote, il quale rifiutò per motivi di studio.
ecco il passo: "...mi offre la possibilità di andare con lui se lo desiderassi. Gli risposi che preferivo attendere ai miei studi..."
ma secondo me è n'altra la versione più plausibile.
cioè che lo zio disse al nipote caro, vuò venì pur tu.
e plinio il giovane disse 'o zì, nun m ricere nient, ma aggia frnì 'e sturià. tengo da fare ancora tre capitoli dei promessi sposi, robb, cos'.
e lo zio gli disse ma comm'è, alessandro manzoni c vonn ancora mill'ann p nascere.
e plinio il giovane gli disse abbuò, m port annanz ch'e compit.
e quindi lo zio disse comm vuò tu.
e ordinò di mettere le barche a mare, e partì per castellammare di stabbia.
arrivato nterr stabbia, andò a trovare all'amico pomponiano, che si stava cacando sotto e se ne voleva fujire.
ma plinio il vecchio gli disse sient cumpagn mì, napaura, famm fà na bella doccia e pò s n parla ("...lo abbraccia tutto spaventato com'era, lo conforta, gli fa animo e, per smorzare la sua paura con la propria serenità, si fa calare nel bagno...")
nel frattempo dal vesuvio cadeva l'impossibile, strisce di fuoco, incendi p tutt part, votta-votta ra gent, ceneri, pomici, finte di zuniga, ecc.
ma plinio, subito dopo la doccia, prima si abboffò come un cinghiale, e pò s mettett a durmì.
le ultime parole che disse furono sciolt uagliù, sciolt.
poi "l'atmosfera troppo pregna di ceneri gli soffocò la respirazione e gli otturò la gola", e buttò il sangue.
mò non voglio mettere in dubbio le parole del giovane plinio, che parlava dello zio come di ultraman.
però il vecchio facett pop na fin 'e merda.
ma perchè secondo me arrivò dal compagno pomponiano (e non voglio sapere perchè egli era così amico a uno che si faceva chiamare pomponiano), si mise a tavola e s facett comm a sfravcatura, tra parmiggiane di mulignane e fiaschetti di aglianico.
e allò è normale che scoppia il vesuvio e non teneva paura.
stev tutt mbriac.
quello come si dice, chiunque è impavido col vino nella capa di morte.
ma comunque.
plinio il giovane teneva solo diciassette anni, e già scriveva papielli saggerati.
ma secondo me stava un poco a pobblemi.
cioè è come se non avesse assai stima di sè stesso.
per lui le vite degli altri erano interessantissime, ma sottostimava le sue cose.
motivo per il quale metteva dei finali stranissimi, si bloccava bell e buono.
e infatti ecco come va a finire la prima lettera a tacito.
"Quando riapparve la luce del sole il suo cadavere fu trovato intatto, illeso e rivestito degli stessi abiti che aveva indossati: la maniera con cui il suo corpo si presentava faceva più pensare ad uno che dormisse che non ad un morto.
Frattanto a Miseno io e mia madre... ma questo non è importante per la storia e tu non hai espresso il desiderio dl essere informato di altro che della sua morte. Dunque terminerò."
bah.
che tipo strano.
ci mancava solo na cosa.
ci mancava solo che finiva co un grande ciao.
Commenti