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IL CAMPIONE DEL PALLONE.
Quello che doveva uscire professionista, e mò gioca ai campetti royal.


tutti quanti abbiamo tra gli amici il campione.
e se non lo tieni a livello di compagni, sicuro lo acchiappi sempre sui campetti, la partita prima o dopo la tua.
 

il campione è quello che gira in tuta dalla mattina alla sera - andrebbe pure al san carlo in tuta, ma tanto non ci va mai al san carlo, egli adora visitare solo gli stadi di tutte le squadre del mondo.
 

costantemente co le gambe depilate - quello è per i massaggi -, laccio tra i capelli, e laccetto al collo.
 

spende un capitale in scarpette più sottili, più leggere, più ergonomiche.
i calzerotti messi sempre in modo sghenc sui parastinchi, chirurgicamente posizionati per lasciare intravedere il tatuaggio sul polpaccio.
 

entra in campo e inizia a baciare il suolo, a mandare saluti al cielo, a farsi segni della croce a velocità supersonica, in un rituale che gli fa perdere na quindicina di minuti all'inizio della gara.


giocherebbe pure bene in mezzo ai dopolavoristi e agli ammogliati co la panza, solo che tiene lo sfaccimma di vizio di fermarsi bell e buono per chiamarsi falli inesistenti e sempre più ricercati, tipo l'ostruzione bilaterale e il potenziale fuorigioco passivo - il fuorigioco non esiste a calcetto, ma lui si sente sempre come se stesse ancora calcando il campo in turreno della virtus acireale, squadra di ottava divisione nella quale ha militato per due settimane.

sì perchè ha un passato da calciatore semi-dilettante, e non ha sfondato solo per una serie di circostanze che se no mò sicuro stava in serie a - tipo l'operazione al menisco, o la figlia avuta troppo presto co la uagliona storica, che ormai s'è sfasciata nonostante l'acquisto compulsivo di tutti gli attrezzi ginnici sponsorizzati da gill cooper.
 


il padre gli ha sempre fatto credere di essere il nuovo stefan schwoch.

però nell'attesa che egli esplodesse definitivamente, comunque l'ha quagliato tramite raccomandazione nell'azienda di un amico dello zio, che gli passa ottocento euro al mese per guidare il muletto.

uno stipendio che non gli basta mai, dato che ne spende mille e tre in bollette.

che tu quando ci parli, lui ti fa capire che comunque non ci appizza mai perchè si gioca sempre schedine di copertura, quindi bene o male vince sempre - e poi se ti deve dare cinque euro al mese del fantacalcio te li devi andare a prendere fino a casa, e a lui lo sgami che se ne sta fujendo su un lenzuolo dalla finestra del bagno.
 

la convinzione del campione è che tutti abbiano remato contro la sua definitiva consacrazione.
e esprime pareri livorosi sui calciatori professionisti e relativi procuratori come se egli sapesse veramente quello che c'è dietro il mondo degli ingaggi, del calcio mercato, e le dinamiche dei club che fatturano mille miliardi l'anno.



passano gli anni, ormai il campione è quasi quarantenne, ma non importa.
perché egli si sente ancora un giovincello.

quello è pure fomentato da gente tipo nino d'angelo, che canta forza campione sì ancora uaglione, e lui se lo crede malamente.
ciao.


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